Episodio interamente dedicato a Desmond, occupato principalmente dal suo flashback, e da cosa gli è accaduto quando ha girato la chiave fail-safe della botola, con molte belle domande sulla percezione che la mente ha del tempo, e sulla situazione spazio-temporale dell’isola. Questioni già accennate in “Not in Portland”, con il libro studiato da Aldo (”A Brief History of Time” di Stephen Hawkings), e qui approfondite e portate ad un livello superiore.
Mentre Hurley e Charlie chiedono allo scozzese risposte chiare su cosa gli sia accadendo, e su come faccia a “vedere il futuro”, scopriamo che nulla è chiaro nella mente di Desmond, che ha sempre vissuto in uno strano deja-vu: nel suo passato ha infatti incontrato Charlie, sentito “Make your own kind of music” e il suono del computer della hatch, e perché no, saputo che il suo destino era di premere un bottone su un’isola dispersa per salvare il mondo. E ora, confessa alla fine a Charlie, non può continuare a salvarlo dal suo destino, che è morire.
Ma cosa sarà successo a Desmond (o Desmondo, come simpaticamente lo chiama Hurley)? Ha avuto un flashback, un sogno, ha viaggiato nel tempo, o sta vivendo passato, presente, e futuro nello stesso momento? Ha forse scoperto che il tempo è un cerchio che si ripete, e lui ha già vissuto diverse volte le stesse situazioni? ..I’ll see you in another life, brother!
Nell’episodio, oltre ad un’enigmatica frase di Locke che dice che è stata l’isola che ha ucciso Mr.Eko, ci sono anche un po’ di easter eggs, come le pubblicità Oceanic e Apollo nella partita di calcio, il secondo nome di Charlie, l’orso polare e namaste al contrario del quadro dell’ufficio del padre di Penelope, e l’immancabile presenza dei numeri di lost, 108.